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immigrazione e servizi – la costruzione del disagio e la costruzione delle possibilità

Maggio 2004 - volume n. 2

Il secondo quaderno della collana "Dialoghi e conversazioni con Shinui" contiene il seminario inserito nel ciclo formativo dedicato alle tematiche dell'immigrazione; si incentra sull'incontro fra migranti e servizi nelle realtà del nostro paese. Il materiale, sia teorico che pratico, è indirizzato a un'ampia gamma di operatori psico-socio-sanitari, educativi e legali.

Forte oppositore della prospettiva universalista (Inglese si sbilancia al punto da dichiarare che non c'è conoscenza nell'universalismo), denuncia l'impotenza e l'inefficienza delle categorie nosografiche occidentali quando applicate a pazienti appartenenti ad altre culture e racconta, in prima persona, la storia dell'etnopsichiatria in Italia.

In questo volume troviamo contemporaneamente:

  • una chiara e cruda descrizione delle dinamiche relazionali che si sviluppano nell'incontro fra migranti e servizi nei loro aspetti più tangibili;
  • una complessa illustrazione delle dinamiche implicate nei processi di costruzione dei conflitti;
  • un'articolata presentazione delle problematiche connesse alla relazione di potere e di subalternità che si sviluppa fra padrone e schiavo, fra egemone e subalterno, fra società dominante e gruppo minoritario;
  • un'acuta critica al sistema sanitario.

I numerosi esempi offerti durante la giornata hanno favorito la riflessione sulla complessità delle relazioni umane, in modo particolare quando alle variabili culturali, sempre presenti, si aggiungono quelle interculturali.

Con un linguaggio deliberatamente non pacificato e con l'utilizzo creativo di metafore belliche, Inglese riporta in modo trasversale, direttamente e indirettamente, la questione etica.

La sua proposta, come quella di Tobie Nathan, è di adottare approcci selettivi e puntuali che considerino la soggettività dei pensieri e la specificità culturale.

Nella costruzione delle possibilità, spazio privilegiato viene dedicato alla mediazione e alla figura del mediatore ("l'operatore di frontiera"), sia come clinico specializzato nei contesti terapeutici, sia come abilità da sviluppare all'interno di tutte le professioni, compreso il counseling, quando si entra in contatto con lo straniero all'interno dei servizi socio-sanitari.

Una bibliografia esaustiva, relativa alle tematiche affrontate nel seminario, si trova in fondo al volume.

Salvatore Inglese, noto rappresentante italiano dell'etnopsichiatria, di origine calabrese, è tornato nella sua terra dopo gli studi di medicina e psichiatria, svolti a Bologna, con frequenti proiezioni in Francia e Svizzera. Dirige il Modulo di "Psichiatria Transculturale e di Comunità - Metodologia della Ricerca" presso il Centro di Salute Mentale dell'ASL 7 di Catanzaro; ha collaborato per più di 10 anni con il Centre "G. Devereux" dell'Università di Parigi VIII (promotore dell'etnopsichiatria, disciplina avviata da Tobie Nathan, allievo di Devereux); ha partecipato alle redazioni de "I fogli di ORISS", "AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica", "Daedalus", "Ethnopsy. Les mondes contemporains de la guérison"; già corrispondente italiano de "La Nouvelle Revue d’Ethnopsychiatrie".

Da trent’anni Inglese lavora con altre culture nel campo della salute mentale: stranieri, migranti e guaritori tradizionali, appartenenti ai più diversi mondi culturali, sono i soggetti privilegiati della sua continua ricerca e della lotta incessante a favore di mutamenti sociali accompagnati da coscienza politica.

Cecilia Edelstein