Dicembre, 2016 - volume n.4 (47 pagine)
Il quarto quaderno della collana Dialoghi e conversazioni con Shinui continua la tradizione di documentare le giornate seminariali di alcuni professionisti, pionieri della terapia familiare e del pensiero sistemico, in maniera fedele e mantenendo lo stile personale dell’eloquio.
In questo quaderno riportiamo la testimonianza di Maurizio Andolfi, esponente della seconda generazione di terapeuti familiari, figlio della “Sponda Est”, il cui orientamento intreccia una visione sociale con una nuova disciplina - la psicologia relazionale. Andolfi distingue fra “psicologia” come disciplina e la professione dello “psicologo”; parla di una psicologia relazionale che è, soprattutto, un lavoro sociale collocato all’interno di un ampio ventaglio di pratiche nel mondo della relazione di aiuto e, con una posizione critica alla situazione politico-professionale italiana odierna, utilizza il termine “terapia” non come sinonimo di psicoterapia, bensì come intervento professionale che aiuta le persone (singoli, famiglie, gruppi) a stare meglio, indipendentemente dalla professione specifica.
Questo quarto volume fa parte di un ciclo di tre seminari sul lavoro con i bambini in psicoterapia, counseling e mediazione familiare.
Iniziando con una narrazione autobiografica, Andolfi ci dona la testimonianza di un vero pioniere che, con la sua passione e originalità, ha prima restituito un posto e una dignità ai padri, a lungo rimasti periferici, poi ha svelato una realtà italiana fondamentale per chi opera con le famiglie: la presenza e l’importanza dei nonni, inserendoci in una visione trigenerazionale; il tutto esposto con e attorno ai bambini, senza metterli di lato, restituendo loro la voce, ascoltandoli, giocando con loro e mostrandoci come la visione del problema di un bambino non può mai scollegarsi da una lettura relazionale.
In questo volume, Andolfi ci offre preziose dritte, trasversali alla pratica familiare in presenza dei figli (indipendentemente dalla professione), che ho chiamato decalogo, poiché si possono riassumere in dieci punti. Da questi punti si intravede la profonda fiducia nei bambini, la capacità di far emergere la risorsa che c’è dietro a ogni problema e l’amore per questi piccoli esserini con cui Andolfi interagisce con scioltezza, con sicurezza, con determinazione e lucidità, in una posizione al contempo dolce, tenera e sorprendentemente paritaria.
Cecilia Edelstein