Tesi finale di: Dott.ssa Silvia Butturini
Relatore: Dott. Emanuele Zanaboni
Anno di discussione tesi: 2013
La presente tesi nasce dalla riflessione che l’autrice, educatrice professionale, ha condotto sull'adolescenza e sul tipo di accompagnamento che un percorso di counseling può offrire, sia al giovane sia alla sua famiglia, nel corso di questa fase evolutiva, quando ci sono di mezzo processi migratori. Tre sono, nello specifico, le dimensioni che l'autrice ha considerato: l'adolescenza, la famiglia e il processo migratorio.
La prima parte della tesi è dedicata alla descrizione dell'approccio sistemico, in particolare del modello pluralista proposto da Cecilia Edelstein, e al ruolo che il counseling occupa al suo interno.
Nella seconda parte l'autrice descrive alcuni cambiamenti che è possibile ritrovare nel vissuto di molti adolescenti: la tendenza a prestare più attenzione alle proprie emozioni, la trasformazione del proprio corpo, lo sviluppo sempre maggiore di un pensiero di tipo astratto, la tendenza ad allontanarsi dalla famiglia per differenziarsi e individuarsi e la contemporanea voglia di approfondire nuovi legami sociali esterni alla stessa.
Nella terza parte l’autrice approfondisce la fase evolutiva dell'adolescenza attraverso la descrizione di due casi incontrati nel corso del suo tirocinio, avvenuto presso il consultorio familiare Nodi a Villanuova. Il primo caso descrive l'accompagnamento di una famiglia nella comprensione del periodo adolescenziale che il figlio sta vivendo e nell'attivazione di nuove dinamiche relazionali che possano rispondere ai suoi cambiamenti. Il counseling, da questo punto di vista, presenta diversi vantaggi nel lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie: si configura come intervento breve, riconosce all'adolescente un ruolo attivo, lavora sui desideri e sui cambiamenti del sistema e delle sue relazioni ed è aperto a molteplici luoghi, strumenti e linguaggi. Il secondo caso, invece, ha come protagonista una famiglia che, oltre a interrogarsi sui cambiamenti associati alla crescita del figlio, porta con sé una migrazione. Compito primario delle diverse professionalità – counselor, psicologa, psicopedagogista – che hanno preso in carico la situazione è stato la ricostruzione del processo migratorio, con l'obiettivo di creare un continuum tra il Paese d'origine e il mondo nuovo. In questo senso, un percorso di counseling, secondo il modello sistemico-pluralista, può rivelarsi utile in diversi aspetti: la possibilità di lavorare su cicli con obiettivi circoscritti, l'efficacia narrativa di alcune tecniche, un lavoro di rete di un’équipe multidisciplinare che prevede il contributo di diverse professionalità e, infine, la possibilità di lavorare in un'ottica inclusiva, capace di guardare alle differenze come a delle risorse. Oggi, infatti, la riflessione sulla fase adolescenziale dovrebbe essere rivista alla luce di un contesto in continuo mutamento – il processo migratorio ne è un esempio – e compito dei professionisti della relazione d'aiuto è cercare di valorizzare le risorse che questi cambiamenti socio-culturali portano con sé.