Tesi finale di: Dott. ssa Antonia Scuderi
Relatrice: Dott.ssa Caterina Mattea
Anno di discussione tesi: 2007
Nello specifico, nei primi tre capitoli della tesi viene descritto l'approccio sistemico, facendo riferimento alle due principali modalità attraverso le quali, nel corso della storia, diversi autori si sono confrontati con l'obiettivo di leggere la realtà in un'ottica di tipo relazionale.
Nella parte centrale del lavoro, invece, l'autrice mostra come il modello pluralista di Cecilia Edelstein proponga il superamento di questa contrapposizione. Il pluralismo, infatti, prevede un incontro tra i due approcci, reso possibile grazie all'utilizzo e all'integrazione di tecniche provenienti da entrambe le posizioni.
Nel quarto capitolo, quindi, Antonia Scuderi fa riferimento alle dimensioni che l'hanno guidata nel tentativo di applicare il pluralismo alla sua esperienza di tirocinio. Questa si è concretizzata in un percorso di affiancamento a una madre in difficoltà nella gestione del figlio, già affidato alle cure della Comunità Terapeutica dove l'autrice lavora. L'invio proviene dallo psichiatra che ha in carico il ragazzo e segue altri percorsi terapeutici falliti: l'atteggiamento di rifiuto che la madre ha sempre manifestato, infatti, ha invalidato diverse relazioni d'aiuto prima dell'invio all'autrice.
Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, Antonia Scuderi ha privilegiato il genogramma, la messa a fuoco e il ricorso alla metafora. Questi, da una parte, aiutano i clienti a far emergere contenuti che altrimenti rischierebbero di rimanere inespressi, dall'altra, li facilitano nella condivisione delle emozioni. All'interno di questo lavoro, però, il pluralismo risulta evidente soprattutto rispetto alla scelta del setting: molteplici e diversificati luoghi hanno rappresentato il contesto degli incontri avvenuti all'interno del percorso di counseling. L'autrice ha scelto di essere lei a spostarsi fisicamente e a raggiungere la cliente: a casa, in un bar, in un parco all'aperto. È ciò che viene chiamato, nel Modello Sistemico Pluralista, “la pluralità dei luoghi”. La visita domiciliare, da una parte, consente di ottenere informazioni relative alle modalità di interazione che prevalgono all'interno di un contesto quotidiano, dall'altra, agisce sull'evoluzione del rapporto tra counselor e cliente, facilitando il superamento di relazioni basate su gerarchie e differenze di potere.
Alla luce del lavoro di Antonia Scuderi, risulta evidente come un intervento di counseling diventi tale per la natura di esso e non per la problematica o sintomatologia in atto: in questo caso troviamo una situazione con un membro psicotico in famiglia, una madre disturbata e reticente a qualsiasi tipo di intervento psicologico o psicoterapeutico. Un intervento di counseling sistemico, che accompagna, che si pone alla pari, che non intende “scavare” può tuttavia incidere su aspetti relazionali e su cambiamenti desiderati sia dai clienti che dall'intero staff di professionisti.