Tesi finale di: Dott.ssa Olivia Osio
Relatore: Dott. Luigi Ubbiali
Anno di discussione tesi: 2017
Il lavoro – teorico e pratico - condotto con Le vite storte ha inteso declinare l’approccio sistemico pluralista nel lavoro con le persone con disabilità e con i familiari.
Dopo una prima parte dedicata alle teorie e agli approcci sistemici e, in particolare, all’approccio sistemico pluralista, è stato approfondito il paradigma sistemico nel lavoro con la disabilità.
Dopo un veloce excursus storico sulle rappresentazioni prevalenti, nei secoli, sulla disabilità, tra cui quelle connesse al paradigma bio-medico, sono state esposte le innovazioni introdotte dall’epistemologia sistemica nello sguardo alle persone – colte nei loro contesti e non più intese come entità isolate, portatrici uniche del disagio e del problema – e alle loro famiglie, le possibilità di lavorare sulla disabilità a partire dai contesti di vita, il diverso modo di intendere le professioni.
A partire da queste premesse, l’approccio sistemico pluralista è stato presentato come particolarmente adatto al lavoro con la disabilità sia per la sua propensione ad accogliere le diversità, a “tenere dentro” in una prospettiva e/e anziché a contrapporre e ad escludere, sia per la possibilità di ricorrere a tecniche differenti tenendo conto, tra gli altri aspetti, delle caratteristiche del cliente.
Il lavoro di tirocinio, presentato dall’autrice nella seconda parte della tesi, ha fatto ricorso all’approccio sistemico pluralista in diversi setting: con tre gruppi di familiari di persone con disabilità, con una coppia di genitori di una giovane donna con disabilità cognitiva, con una sorella di una giovane con sindrome di Down, con una ragazza con disabilità motoria.
Accanto alle tecniche riconducibili all’approccio sistemico milanese – le domande – e al narrativismo - la scrittura – si è fatto ricorso alle tecniche espressive non verbali – le immagini, il collage, le carte Morena, le Oh cards – al genogramma e alla visione di film.
Il tirocinio ha consentito di verificare l’ipotesi iniziale in merito all’appropriatezza dell’approccio sistemico pluralista nel couseling con persone con disabilità e i familiari. Infatti, oltre a riconoscere nell’altro la sua natura di “esperto di sé stesso” e, dunque, anche della propria relazione con la disabilità, a lavorare sulle risorse, a rivolgere attenzione ai contesti, ad allargare lo sguardo alla prospettiva multigenerazionale, esso offre la possibilità di modulare l’uso del sé – aspetto indispensabile nel lavoro con alcune persone con disabilità – e di ricorrere a più tecniche per giungere a una co-costruzione responsabile di nuove narrazioni sulla disabilità.