Famiglie migranti, famiglie multietniche, nuclei adottivi, affidatari e che affidano i propri figli sono sempre più presenti nella nostra società; sono sistemi umani che rappresentano solo una parte della pluralità di modelli familiari e sistemi umani a cui siamo esposti. Queste famiglie portano con sé storie diverse, ma simili. Si può individuare un fil rouge: la pluriappartenenza.
Così come un bambino adottato porta con sé un passato legato alle sue origini, per quello in affido, accettare di appartenere a due famiglie, è una delle operazioni più difficili, in parte per la paura di tradire o di perdere l'amore di una delle due.
La relatrice offrirà una prospettiva pluralista che consente di inserirsi in una visione inclusiva (e-e) e di uscire dalle dicotomie che limitano. La prospettiva esclusiva (o-o) costringe a paragonare creando una visione superficiale, polarizzata e dualista.
Nell'età evolutiva lo sviluppo della propria identità sta al centro della crescita. Nel caso di bambini adottati da paesi esteri, questo sviluppo acquisisce una particolare complessità, che può creare conflitti interni e problemi relazionali nella famiglia e nel rapporto con i coetanei. L'atteggiamento e il comportamento della famiglia e dei servizi incidono in maniera significativa su questo processo.
Durante il seminario la relatrice si sofferma sui processi di sviluppo di identità dei bambini adottati in adozioni internazionali; illustra la problematica, propone un modello di intervento prospettando modalità e strumenti di lavoro per affrontare queste situazioni.
Il lavoro viene accompagnato dalla presentazione di casi clinici con la proiezione e l'analisi di registrazioni audiovisive.