Tesi finale di: Dottor. Massimo Botta
Relatrice: Dott.ssa Anna Consiglio
Anno di discussione tesi: 2013
La presente tesi è frutto del progetto "Immaginarsi padri: paure, aspettative e risorse", un percorso di counseling di gruppo sul tema della paternità, proposto dall'autore all'interno della comunità ecclesiastica della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Il lavoro di tesi proposto è diviso in due parti. Nella prima, l'autore, dopo aver descritto l'approccio sistemico e il modello pluralista proposto da Cecilia Edelstein, riflette su tre specifiche dimensioni che hanno caratterizzato il suo progetto: il counseling di gruppo, la visione triadica e il ruolo che la figura paterna ricopre nella società odierna. Per quanto riguarda la dimensione di gruppo, viene fatto riferimento al contributo di Yalom, sottolineando come molti fattori che quest'ultimo pone alla base di una buona terapia di gruppo si ritrovino anche all'interno di un percorso di counseling: altruismo, coesione, universalità, comportamento imitativo, infusione di speranza e catarsi. Rispetto alla dimensione triadica, l'autore sottolinea come questa non rappresenti il punto culminante di una sequenza evolutiva che inizia con l'interazione madre-bambino, ma una componente che il bambino possiede già nei primi mesi di vita. Per quanto riguarda il ruolo paterno, invece, l'autore fa riferimento a due categorie che rappresentano il cambiamento di questa figura all'interno della nostra società: il "mammo" e il padre partecipativo. Accanto alla perdita di autorità i nuovi padri esprimono competenze sempre più amorevoli, ludiche e amicali.
Nella seconda parte del lavoro, invece, l'autore entra maggiormente nei dettagli del progetto da lui condotto all'interno della Chiesa di Gesù Cristo dei S.U.G. del nord-est Italia. La scelta di proporre un percorso ai padri nasce dall'idea che la dimensione della paternità venga sottovalutata e dalla consapevolezza che sia necessario accompagnare i partecipanti nella riflessione del ruolo che questi ricoprono nel contesto familiare, nella società e nella comunità ecclesiastica a cui appartengono.
Per quanto riguarda le modalità di lavoro, in accordo con il modello sistemico-pluralista di Cecilia Edelstein, l’autore si avvale della co-conduzione con un altro counselor e del supporto di un’équipe interdisciplinare composta da counselor, psicologi, educatori professionali, mediatori familiari e assistenti sociali. Lavorare con altre professionalità, infatti, permette al counselor di avvalersi di più punti di vista e di ampliare le proprie possibilità di azione.
Rispetto alle tecniche utilizzate nel corso degli incontri, l'autore si è avvalso di alcuni strumenti capaci di sollecitare la condivisione di narrazioni: il genogramma, il collage, la figura dell'omino e la co-costruzione di narrazioni. In questo modo, l’intreccio tra comunicazione verbale e tecniche non verbali ha sollecitato nei padri la voglia di raccontarsi e di dare voce al proprio mondo emotivo.