Tesi finale di: Dott.ssa Margherita Toni
Relatore: Dott. Emanuele Zanaboni
Anno di discussione di tesi: 2013
L’autrice, già psicologa abilitata alla professione, ha scelto le emozioni come oggetto di tesi in quanto colpita dalla scarsa importanza che ne attribuivano gli operatori nel campo.
La stesura di questo lavoro inizia con una breve descrizione delle emozioni: le varie definizioni e teorie, lo sviluppo della competenza emotiva e dell’intelligenza emotiva. Pertanto vengono presi in esame i seguenti apporti teorici: la teoria evoluzionista di Darwin, approfondita da Ekman; la teoria periferica o “viscerale” di William Jones; la teoria centrale o neurologica di James Cannon; la teoria cognitivo attivazionale o dei due fattori di Schachter e Singer; le teorie dell’appraisal, centrate sulla valutazione cognitiva degli stimoli, di Frijda, Lazarus, Tomkins e Collins; la teoria delle emozioni differenziali di Izard; infine, la teoria psicoevoluzionista delle emozioni di Robert Plutchik.
Il secondo capitolo descrive le origini del modello sistemico pluralista: la teoria dei sistemi di Bertalanffy, la teoria della comunicazione di Watzlawick e del gruppo di Palo Alto coordinato da Bateson, nonché la teoria della cibernetica di Wiener, Von Neumann, Bateson e Mead. Viene operato l’approfondimento della Sponda Ovest, rappresentata dal gruppo di Palo Alto (formato da Don Jackson, Fish, Haley, Watzlawick e Weakland) e dal Modello Milanese (adottato da Mara Selvini Palazzolo, Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata) e la relativa distinzione dalla Sponda Est, i cui esponenti sono Nathan Ackerman, Salvador Minuchin, Murray Bowen e Virginia Satir. Viene infine dato spazio al modello Sistemico Pluralista di Cecilia Edelstein, nel quale ritroviamo gli approfondimenti teorici e delle tecniche di Minuchin, Satir e Bowen, ma anche di Andolfi (seconda generazione), del Modello Milanese, di White, Adersen, Anderson, Goolishian e Hoffman come esponenti di una terza generazione, figli del Milan Approach.
Il terzo capitolo offre l’analisi dell’utilizzo del modello Sistemico Pluralista nel percorso di counseling, dalla fase di consulenza all’intero processo, e delle varie tecniche non verbali che possono essere utili nel lavoro con il cliente (il collage, la scultura umana, il disegno, il genogramma).
Nel quarto capitolo, che costituisce la seconda parte della tesi, l’autrice descrive la personale esperienza pratica: è stata richiesta da una scuola per occuparsi di una famiglia con la quale operare nel ruolo di counselor rispetto ai problemi riscontrati dalla figlia di 12 anni, frequentante tale scuola. Sono descritte le fasi iniziali, dove dalla bambina ci si sposta alla famiglia con una visione circolare e relazionale, e i 5 incontri successivi, in seguito ai quali vi è stata una risoluzione positiva delle problematiche familiari. È stata posta particolare attenzione alle proprie emozioni e a quelle della famiglia con la quale l’autrice ha lavorato, oltre alla descrizione del lavoro svolto e alle tecniche utilizzate, nello specifico il collage e il genogramma, in una cornice costruzionista.
La tesi si conclude con un commento ulteriormente approfondito di tutta l’esperienza, sottolineandone l’importanza e il giovamento in termini di consapevolezza e maturità professionale.