Tesi finale di: Dott.ssa Claudia Legramanti
Relatrice: Dott.ssa Cecilia Edelstein
Anno di discussione di tesi: 2012
L’autrice descrive la propria pionieristica esperienza come counselor all’interno di un reparto di patologia neonatale riflettendo su implicazioni, vincoli e possibilità di tale ruolo e soffermandosi, in particolare, sul caso delle nascite pretermine, fenomeno di cui ha avuto esperienza anche nella vita privata.
Il lavoro si divide in due parti: una teorica generale sulla professione del counselor e una pratica e specifica sulla propria attività di tirocinio.
I capitoli afferenti alla prima parte riassumono la storia del counseling concentrandosi sulla situazione del territorio italiano e sulle specificità dell’approccio sistemico-pluralista. Viene dato spazio anche al possibile ruolo del counselor nella gestione di eventi traumatici e/o di passaggi evolutivi all’interno del ciclo di vita.
Legramanti, nella seconda parte, descrive, innanzitutto, cosa possa significare una genitorialità prematura e come questa esperienza possa essere traumatica andando, di fatto, a scardinare il comune immaginario sulla gestazione, il parto e il decorso post-partum. Viene, inoltre, fornita una definizione della condizione di nascita prematura, entrando nello specifico delle diverse categorizzazioni. L’autrice passa poi nel dettaglio dell’implementazione del servizio: le difficoltà legate all’elemento di novità rappresentato dal servizio stesso, al presentarsi e coordinarsi con il personale di reparto, all’approcciarsi con i genitori intenti nella cura dei neonati. Nel corso del tirocinio, l’autrice lavora su questi vincoli, aggiustando via via la propria posizione in base alle narrazioni delle mamme con cui entra in relazione e trasformandoli in risorse. Ampio spazio viene dato alle tecniche e agli strumenti propri del counseling, introdotti e utilizzati durante il percorso: ascolto attivo, joining, ridefinizione in positivo e visita domiciliare; tutti questi elementi sono affiancati da stralci di narrazioni e situazioni affrontate con utenti del reparto e del servizio di counseling.
L’autrice conclude informando sulla continuità data al progetto e sottolineando l’importanza di alcune dimensioni in un servizio come questo: la presenza in termini temporali, l’attenzione allo spazio e la reciprocità della relazione.